Coltivazioni
Alberi da frutto, piante officinali e floreali sono stati messi a dimora tenendo conto delle tabelle di grandezza, accrescimento, portamento, fogliame, chiome, stagionalità, parti legnose e profumi.
L’uso di rotazioni colturali, di concimazioni organiche, di varietà vegetali geneticamente resistenti, sono la nostra scelta di coltivazione e di salvaguardia del nostro patrimonio agricolo.
Possiamo ritenerci un’azienda con produzione agricola “sostenibile”, in quanto non utilizziamo sostanze chimiche e soprattutto sfruttiamo i componenti nutritivi e le “energie” delle sostanze organiche quali i residui agricoli, forestali, ossia le cosiddette “biomasse”, utilizzandole nella concimazione al fine di produrre humus.
Per migliorare la fertlità e la struttura del terreno usiamo diverse tecniche: il compostaggio, la pacciamatura, il sovescio, la rotazione delle colture.
Il compostaggio consiste nel ricalcare il processo che avviene spontaneamente nei boschi, dove residui di natura organica, vegetale o animale, si trasformano in humus, ossia in un insieme di sostanze più semplici facilmente assorbite dalle piante.
Anche la pacciamatura consiste nell'imitare quanto avviene nei boschi: l'accumularsi di foglie secche, o altri detriti, ai piedi degli alberi, impedisce la crescita di piante infestanti, mentre permette all'aria e all'acqua di penetrare. Si mantiene così l'umidità del terreno, lo si protegge dall'erosione, mentre contemporaneamente se ne mantiene la struttura e se ne innalza la temperatura.
Il sovescio consiste nell'interrare piante adatte a migliorare la fertilità e la struttura del terreno. Si può fare prima, durante o dopo la coltura principale.
Si usa ad esempio un miscuglio di leguminose e graminacee seminate subito dopo il raccolto e poi falciate e trinciate.
La rotazione consiste nel cambiare la coltura su di un determinato terreno con cadenza biennale, triennale o quadriennale. Si interrompe così il ciclo vitale degli organismi nocivi tipici di una certa coltura, ad esempio di alcune malerbe, e si sfrutta il fatto che la composizione dei residui delle diverse colture arricchisce l'humus.
L’uso di rotazioni colturali, di concimazioni organiche, di varietà vegetali geneticamente resistenti, sono la nostra scelta di coltivazione e di salvaguardia del nostro patrimonio agricolo.
Possiamo ritenerci un’azienda con produzione agricola “sostenibile”, in quanto non utilizziamo sostanze chimiche e soprattutto sfruttiamo i componenti nutritivi e le “energie” delle sostanze organiche quali i residui agricoli, forestali, ossia le cosiddette “biomasse”, utilizzandole nella concimazione al fine di produrre humus.
Per migliorare la fertlità e la struttura del terreno usiamo diverse tecniche: il compostaggio, la pacciamatura, il sovescio, la rotazione delle colture.
Il compostaggio consiste nel ricalcare il processo che avviene spontaneamente nei boschi, dove residui di natura organica, vegetale o animale, si trasformano in humus, ossia in un insieme di sostanze più semplici facilmente assorbite dalle piante.
Anche la pacciamatura consiste nell'imitare quanto avviene nei boschi: l'accumularsi di foglie secche, o altri detriti, ai piedi degli alberi, impedisce la crescita di piante infestanti, mentre permette all'aria e all'acqua di penetrare. Si mantiene così l'umidità del terreno, lo si protegge dall'erosione, mentre contemporaneamente se ne mantiene la struttura e se ne innalza la temperatura.
Il sovescio consiste nell'interrare piante adatte a migliorare la fertilità e la struttura del terreno. Si può fare prima, durante o dopo la coltura principale.
Si usa ad esempio un miscuglio di leguminose e graminacee seminate subito dopo il raccolto e poi falciate e trinciate.
La rotazione consiste nel cambiare la coltura su di un determinato terreno con cadenza biennale, triennale o quadriennale. Si interrompe così il ciclo vitale degli organismi nocivi tipici di una certa coltura, ad esempio di alcune malerbe, e si sfrutta il fatto che la composizione dei residui delle diverse colture arricchisce l'humus.