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SPESA DEL MESE
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Gennaio
Verdura: barbabietola, broccolo, carciofo, cardo, catalogna, carota, cavolfiore, cavolo verza, cavolini di Bruxelles, cicoria e cicorino, coste, crauti, erbette, finocchio, indivia, lattuga, porro, radicchio rosso, scorzonera, scorzobianca, spinaci, topinambour, valerianella, zucca.
Frutta: arancio, kiwi, mandarancio, mela, pera, pompelmo, frutta secca.
Frutta: arancio, kiwi, mandarancio, mela, pera, pompelmo, frutta secca.
Erbette
Le erbette, o biete da taglio, sono verdure più ricche d’acqua del pomodoro. Rispetto a quella con le grosse costole bianche, la varietà costituita da foglioline tenere, allungate e con gambo sottile è più dotata di vitamine.
Le erbette, in cucina, si usano cotte come gli spinaci. Si distinguono per la quantità di vitamina A e di ferro, calcio, fosforo, B2, PP, C, proteine, zuccheri e fibre.
In un’analisi pubblicata dal British Medical Journal sul rapporto fra consumo di vegetali e diabete di tipo 2, si legge che l’assunzione di verdure a foglia verde come le erbette protegge particolarmente dallo sviluppo del diabete: chi ne consuma almeno 150 grammi al giorno corre un rischio di sviluppare la malattia inferiore del 14% rispetto a chi ne mangia circa 20 grammi. Merito degli antiossidanti, che difendono l’organismo dall’attacco dei radicali liberi, la cui produzione è favorita dall’iperglicemia diabetica. Ma merito anche del magnesio, minerale che, dicono i ricercatori, può influenzare il rilascio e l’attività dell’insulina, ormone che aiuta a controllare il glucosio nel sangue.
Le verdure a foglia verde sono anche buone fonti di luteina e zeaxantina, due carotenoidi coinvolti nella protezione dell’occhio.
Le erbette, come le altre verdure a foglie verde, a causa dell’uso di fertilizzanti, tendono ad accumulare una certa quantità di nitrati, sostanze da assumere con moderazione perché si trasformano facilmente in nitriti, composti potenzialmente nocivi per l'organismo. Per questo motivo, è bene consumarle freschissime e provenienti da coltivazioni che escludano l’uso di sostanze chimiche.
In naturopatia sono indicate nella crescita, nelle anemie, nei disturbi renali e nella cistite.
Le erbette, o biete da taglio, sono verdure più ricche d’acqua del pomodoro. Rispetto a quella con le grosse costole bianche, la varietà costituita da foglioline tenere, allungate e con gambo sottile è più dotata di vitamine.
Le erbette, in cucina, si usano cotte come gli spinaci. Si distinguono per la quantità di vitamina A e di ferro, calcio, fosforo, B2, PP, C, proteine, zuccheri e fibre.
In un’analisi pubblicata dal British Medical Journal sul rapporto fra consumo di vegetali e diabete di tipo 2, si legge che l’assunzione di verdure a foglia verde come le erbette protegge particolarmente dallo sviluppo del diabete: chi ne consuma almeno 150 grammi al giorno corre un rischio di sviluppare la malattia inferiore del 14% rispetto a chi ne mangia circa 20 grammi. Merito degli antiossidanti, che difendono l’organismo dall’attacco dei radicali liberi, la cui produzione è favorita dall’iperglicemia diabetica. Ma merito anche del magnesio, minerale che, dicono i ricercatori, può influenzare il rilascio e l’attività dell’insulina, ormone che aiuta a controllare il glucosio nel sangue.
Le verdure a foglia verde sono anche buone fonti di luteina e zeaxantina, due carotenoidi coinvolti nella protezione dell’occhio.
Le erbette, come le altre verdure a foglie verde, a causa dell’uso di fertilizzanti, tendono ad accumulare una certa quantità di nitrati, sostanze da assumere con moderazione perché si trasformano facilmente in nitriti, composti potenzialmente nocivi per l'organismo. Per questo motivo, è bene consumarle freschissime e provenienti da coltivazioni che escludano l’uso di sostanze chimiche.
In naturopatia sono indicate nella crescita, nelle anemie, nei disturbi renali e nella cistite.
Porri
Cugino di aglio e cipolla, il porro è un alimento altamente mineralizzante, soprattutto se mangiato crudo. Le sue proprietà terapeutiche sono conosciute fin dall’antichità. Scopriamole.
Versatile in cucina, il porro è ottimo preparato al forno, stufato o inserito nelle minestre, alle quali dona sapore senza rilasciare un odore sgradevole. Pochi sanno che questo ortaggio, principe dell’inverno, dà il meglio di sé e dei suoi nutrienti a crudo, come ingrediente delle insalate o aggiunto a fine cottura nelle zuppe, tagliato a rondelle sottili.
La parte comunemente usata in cucina è quella del tenero bulbo bianco, ma in realtà sono soprattutto le foglie verdi e carnose a essere ricchissime di minerali, pertanto il loro uso andrebbe rivalutato tra i fornelli. Contengono più calcio, potassio, ferro e fosforo della cipolla nonché proteine e vitamina C in quantità doppia.
Nel campo della salute, le applicazioni del porro sono numerosissime: è indicato in caso di anemia, artrite, gotta, reumatismi, obesità, stipsi, sterilità, tosse. E’ protettivo per le cellule, lassativo, antisettico e utile nelle bronchiti.
Il medico Castore Durante, nel suo "Il tesoro della sanità" edito a Roma nel 1586 ne descrive le virtù con queste parole: "Il consumo equilibrato del porro provoca l'urina, facilita le mestruazioni, … stimola venere; cotto con le mele pulisce i polmoni, riduce l'asma … cotto sotto la cenere risolve il mal di testa; toglie l'ubriachezza, … migliora la voce e fa feconde le donne”.
Al momento dell’acquisto dobbiamo fare attenzione che i porri siano freschi (meglio appena raccolti), con i gambi sodi e le foglie chiuse, turgide e di un bel verde intenso. Evitiamoli se sono pallidi, avvizziti e morbidi al tatto: sarebbero poco saporiti, poveri di nutrienti e di sostanze benefiche.
Cugino di aglio e cipolla, il porro è un alimento altamente mineralizzante, soprattutto se mangiato crudo. Le sue proprietà terapeutiche sono conosciute fin dall’antichità. Scopriamole.
Versatile in cucina, il porro è ottimo preparato al forno, stufato o inserito nelle minestre, alle quali dona sapore senza rilasciare un odore sgradevole. Pochi sanno che questo ortaggio, principe dell’inverno, dà il meglio di sé e dei suoi nutrienti a crudo, come ingrediente delle insalate o aggiunto a fine cottura nelle zuppe, tagliato a rondelle sottili.
La parte comunemente usata in cucina è quella del tenero bulbo bianco, ma in realtà sono soprattutto le foglie verdi e carnose a essere ricchissime di minerali, pertanto il loro uso andrebbe rivalutato tra i fornelli. Contengono più calcio, potassio, ferro e fosforo della cipolla nonché proteine e vitamina C in quantità doppia.
Nel campo della salute, le applicazioni del porro sono numerosissime: è indicato in caso di anemia, artrite, gotta, reumatismi, obesità, stipsi, sterilità, tosse. E’ protettivo per le cellule, lassativo, antisettico e utile nelle bronchiti.
Il medico Castore Durante, nel suo "Il tesoro della sanità" edito a Roma nel 1586 ne descrive le virtù con queste parole: "Il consumo equilibrato del porro provoca l'urina, facilita le mestruazioni, … stimola venere; cotto con le mele pulisce i polmoni, riduce l'asma … cotto sotto la cenere risolve il mal di testa; toglie l'ubriachezza, … migliora la voce e fa feconde le donne”.
Al momento dell’acquisto dobbiamo fare attenzione che i porri siano freschi (meglio appena raccolti), con i gambi sodi e le foglie chiuse, turgide e di un bel verde intenso. Evitiamoli se sono pallidi, avvizziti e morbidi al tatto: sarebbero poco saporiti, poveri di nutrienti e di sostanze benefiche.